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VINO COTTO
Il prodotto viene consumato come un normale vino da tavola o da dessert. Presenta una gradazione alcolica elevata. Si distingue un tipo secco e uno dolce per la presenza di residuo zuccherino. Colore variabile dal rosso al rosso ambrato, odore intenso, caratteristico, al gusto si presenta di corpo con percezione di caramello nella versione dolce. Retrogusto sapido.
Il mosto ottenuto dalla pigiatura di uve bianche o rosse viene bollito lentamente in calderoni di rame o acciaio. La bollitura determina una maggiore concentrazione zuccherina e conferisce note aromatiche caratteristiche. Il mosto una volta raffreddato viene versato in botti di legno (rovere, roverella, castagno, gelso) dove subisce la fermentazione. Sono previsti 1 o 2 travasi per eliminare il materiale feccioso. Molto diffuse le pratiche della colmatura e del rimbocco che si effettuano unendo il vino cotto di nuova produzione a quello degli anni precedenti. L'invecchiamento avviene in botti di piccole dimensioni ed è almeno di 1 anno. In vecchi trattati di enologia (Garoglio, trattato di enologia, vol.1 pag. 442) si legge "l'enologia marchigiana è caratterizzata dalla produzione di vini cotti, fatti cioè con mosti concentrati a fuoco diretto". Il prodotto viene annualmente tipicizzato mediante la festa del "vino cotto" di Lapedona. Tale vesta, ultra ventennale si tiene nel mese di settembre poiché in tale periodo si è in piena vendemmia. |